giovedì 11 febbraio 2016

John Carmack di Oculus lavora sul tracking posizionale per Gear VR

John Carmack, uno dei massimi esperti mondiali nel campo della realtà virtuale, CTO di Oculus nonchè creatore di Doom, ha in queste ore espresso su twitter il proprio interesse a risolvere i problemi di implementazione del tracking posizionale all'interno del visore Gear VR

John Carmack, CTO di Oculus

Vi ricordo che il tracking posizionale consente di rilevare in tempo reale tutti i più piccoli movimenti della testa di chi indossa un visore VR e di riprodurli fedelmente all'interno di un ambiente virtuale. 

Questa caratteristica abbatte la potenziale nausea e aumenta l'immersione all'interno delle esperienze, ma attualmente può essere implementata solo attraverso dei sensori esterni che tracciano nello spazio reale il comportamento del visore. 
 
Microcamera di tracking posizionale in dotazione con il precedente Oculus Rift DK2

Il sensore esterno dialoga quindi con tutti i ricettori posizionati sotto la scocca in plastica del visore restituendo un risultato, in termini di immersione, davvero impeccabile. 

Sensore di tracking posizionale in dotazione con l'ultimo Oculus Rift CV1

Il Gear VR non possiede attulamente tale tecnologia ed è limitato ad intercettare lo spostamento della testa di chi lo indossa limitatamente ai soli 3 assi fondamentali di rotazione. Tuttavia da oggi sappiamo che Carmack sta insistendo per trovare una soluzione a tale limite.

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